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1. |
Anonimo
02:57
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Apro gli occhi all'improvviso
Un respiro mi coglie impreparato, smarrito, solo
Tra le acque più buie e profonde
sprofondo e riemergo
tra mura di schiaffi
le onde.
Una mano
Una via d'uscita
Un anonimo superstite
Una vita sospesa
Una mano
Una salda presa
Una vita qualsiasi
il suono di una sirena.
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2. |
Prima Noi
03:10
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Pensavo fosse un errore
Una pellicola di cent’anni fa
E c’eran tutti
Erano tutti là
C’era il povero cristo che ha perso il lavoro
L’imprenditore senza lavoro
Il catechista che ha perso la fede e il Signore
E casapound.
Prima noi, urlavano
Prima noi
A me, riemerso dall’orrore
E mi chiamavano animale
Prima noi, urlavano
Prima noi
Coi figli in braccio indicavano me
E mi chiamavano animale.
Tremavo dall’orrore
Mi stavano uccidendo con le parole
E c’eran tutti
Erano tutti là
E poi c’ero io
Che avevo perso la fede
Che avevo perso il lavoro
Che avevo perso l’amore
Un cuore spezzato da Boko Haram
in pasto ai cani di casapound
Un cuore spezzato da Boko Haram
Lasciato ai fuochi della nostra città.
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3. |
Tetano
03:46
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Muscoli ipertesi, contratti
In uno sforzo inumano
Inutile fino alla morte
Pareti di cemento che vibrano
Violentemente
Al primo alito d’aria nuova
Tutto nella mia città ha il sapore
Di terra e sangue in bocca
Tutto nella mia città ha il sapore
Di terra e sangue.
Schiavi del sistema
Figli del sistema
Padri del sistema
Vittime devote
Alla produzione
Al consumo
Al rifiuto
Al sacrificio
Dei sogni
Della vita
Del tempo
E della felicità:
Lo scarto non contemplato
Di un processo di alienazione
Che porta a immaginare il successo
E la crescita
Come avanzamento di carriera
E capacità di spesa
Continuando a nutrire
Senza mai sfamare l’ego
Il nostro ego
Colonna del sistema.
Muscoli ipertesi, contratti
in uno sforzo inumano
inutile fino alla morte.
Tutto nella mia città ha il sapore
Di terra e sangue in bocca.
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4. |
La Città Appesa
05:51
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La mia città oggi sembra
Così stanca
Inchiodata alla collina
Nel fango dell’ultima pioggia
C'è chi giura di aver visto Dio
Nelle le sue fondamenta
Lo rincorrono per le vie
A testa bassa
Gente nuova non ne arriva mai
E chi va via lascia un sussurro
Chi resta è in perenne attesa
E sputa per terra
Le bestemmie annoiate cadono il lunedì
Si annegano i pensieri ogni venerdì
La felicità è una proiezione
chiusa in un frame.
Sembrano uguali a noi
Fin troppo uguali a noi.
I palazzi più alti
Contengono i fantasmi più grandi
E la voce si perde nell’eco
Come la rabbia dei tanti
Le case ammassate
Condividono un silenzio assordante
Tutto sembra crollare in un momento
E si sogna l’istante.
Sembrano uguali a noi
Fin troppo uguali a noi.
Una città che non sa accogliere
Non sa cambiare
Rigenera i propri mostri
E li lascia invecchiare
Chi sorride davvero
Ha il viso distorto
E nell’armadio
più di qualche morto
ben nascosto
Non si combatte più nessuna guerra
E si sogna una vecchia primavera
Nessuno legge più le scritte sui muri
Nessuno scrive ciò che pensa sui muri.
Sembrano uguali a noi
Fin troppo uguali a noi.
Le rondini di via Maddalena
Oggi volano basse
Sfidano sui marciapiedi
Le menti distratte
Sembrano uguali a noi
Fin troppo uguali a noi.
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5. |
Una Coperta Scura
07:00
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Hanno preso i nostri cuori
Sotto una coperta scura
Nutriti di rabbia
Educati alla paura
Hanno cancellato i volti
Sconvolti degli eroi
Ormai la pelle
È insensibile.
Gli spari spaccano le frasi
Rompendo le parole
Masticate da tutti
Attaccate alle suole
Il terrore si fa carne
Diventa cancro irrazionale
E sotto la pelle
Fa più male
Abbiamo perso noi
Ora più che mai
Non c’è più niente di umano tra noi
Nessun rimorso.
La storia è sempre quella
Una guerra alla memoria
Nella grande mancanza
Di domande e risposte.
Cos’è la ricchezza
La gloria, la civiltà?
Hanno steso un tappeto rosso
sangue denso di povertà
Abbiamo perso noi
Ora più che mai.
La storia è sempre quella
Una guerra alla memoria
Nella grande mancanza
Di domande e risposte.
La storia è sempre
Una guerra alla memoria.
Le tragedie che viviamo
Sono lo scarto di un calcolo
Di consenso e contabilità.
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6. |
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C’è un tratto surreale in questa brutale realtà
Il preludio a una farsa o a una tragedia
Fango eruttato dal terreno
Un fiume che cade
Le strade in fiamme
Sotto un cielo strafottente
Nonostante la pioggia battente.
Qualcosa ti muove fino ad esplodere di umanità
Tra gli aghi di pino
Sopra metri di foglie cadute
Le rivoluzioni degli autunni passati
Stupidamente dimenticate.
Qualcosa ti muove fino a brillare di verità
A mani nude
Lasciando grandi impronte
Contro quel treno che porta la morte ad alta velocità
20 anni passati
20 anni calpestati
Nonostante la pioggia battente.
Una terra sfruttata
Senza nessuna lucidità
Rimarrà arida per sempre
Nonostante la pioggia.
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7. |
Confine
04:35
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Ho costruito le mura che si alzano attorno a me
E ora vivo di ombre
In questa casa fa troppo freddo
Ma credo di stare bene qui
Tra le rovine
Ho già percorso così tante volte
Queste strade lasciate a metà
Che ora vedo la desolazione in me.
Tu svegliami
E portami a correre
C’è qualcosa che resta e che
Non ho già distrutto da me?
Tu svegliami
Dalle paure più stupide
Quel poco che resta
Tra me e te.
Ho lasciato alle spalle le case deserte che
Nessuno abiterà
La distanza non conta così tanto se
Provi a percorrerla
Non c’è un viaggio senza un limite
Oltre cui spingersi.
Tu svegliami
E portami a correre
Tra tutto quello che resta e che
Non ho già distrutto da me
Svegliami
Dalle paure più stupide
Quel poco che resta
Tra me e te.
I pensieri avranno occhi
E le opinioni sorrisi
Ti prenderò la mano
Correndo verso il confine
I pensieri avranno occhi
E le opinioni sorrisi
Lo scriverò su quel che resta
Di questo confine.
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8. |
Arresi
04:46
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Ci siamo arresi un po' alla volta
Chi prima, chi dopo, senza lottare
Chi con la rabbia nel cuore
Altri volevano di più
Abbiamo capito quasi subito
Che volere e potere
Sono rette parallele
Che tagliano ogni età.
Ci siamo arresi a una vita
Distratta, frammentata
Alla parte più falsa di noi stessi
Ai nostri lamenti
Alle dubbie verità.
Siamo cresciuti in un abbraccio troppo forte
Che ha costretto le nostre fantasie
I desideri han colori ben precisi
Quel che sfuma è la sensibilità
Ci siamo posti domande importanti
Abbiamo impresso le risposte sulla pelle
Parole grandi sempre più ingombranti
Ci siamo arresi a circostanze e fatalità
A un surrogato di felicità
A un’idea hollywoodiana dell’amore
Alla fortuna e alla sfiga
Alla pace imposta e alla guerra preventiva
Ci siamo arresi a puntare il dito contro
Senza mai cercare noi stessi
E abbiamo sepolto quel che ne è rimasto
Sotto etichette, formalità
Non è bastato cambiare il tempo
Né annullare le distanze
Per riprendere quel che abbiamo perso
E un tatuaggio sbiadito non mi consolerà.
Ci siamo arresi a una vita
Distratta, frammentata
Alla parte più falsa di noi stessi
Dal primo pianto
All’ultimo rimorso di questa età.
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IL BUIO Thiene, Italy
Quintetto proveniente da Thiene, Vicenza.
Volumi alti.
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